Negli ultimi anni si è assistito a una crescita esponenziale delle truffe telefoniche progettate per prosciugare il credito telefonico delle vittime. Uno dei metodi più subdoli e diffusi ruota attorno alle chiamate perse o agli SMS ingannevoli, che sfruttano la distrazione e la buona fede delle persone, causando danni economici anche gravi. Questi schemi criminali si evolvono di continuo, rendendo fondamentale saperli riconoscere e affrontare consapevolmente.
Come funziona la truffa delle chiamate perse
Uno dei meccanismi più sfruttati dai truffatori è il cosiddetto schema Wangiri, termine giapponese che significa “uno squillo e via”. Il funzionamento è semplice ma molto efficace: la vittima riceve una o più chiamate da numeri sconosciuti, spesso internazionali o con prefissi particolari, e viene lasciato solo uno squillo, senza possibilità di rispondere. La naturale curiosità o la paura di aver perso una chiamata importante spinge molte persone a richiamare quel numero.
Nel momento in cui si effettua la chiamata, si viene indirizzati a un numero a tariffa maggiorata. In alcuni casi, si ascolta solo una voce preregistrata che, con vari sotterfugi, cerca di tenere la persona in attesa il più a lungo possibile. Ogni secondo al telefono comporta l’addebito di somme anche considerevoli, e il credito telefonico può essere prosciugato molto rapidamente. Questo schema sfrutta prefissi poco familiari, come quelli di paesi africani, dei Caraibi o dell’Est europeo, rendendo difficile l’identificazione immediata della truffa per la maggioranza degli utenti italiani.
Gli SMS e le varianti della truffa
Parallelamente, negli ultimi mesi si è diffuso anche il fenomeno dello smishing, ossia truffe veicolate tramite SMS apparentemente innocui. I messaggi spesso imitano perfettamente le comunicazioni degli operatori telefonici ufficiali o di altri enti autorevoli. Un esempio tipico è il finto avviso di appuntamento medico o di “congratulazioni per una ricarica omaggio” che invita l’utente a cliccare su un link oppure a contattare un numero telefonico specifico.
In questi casi, l’utente viene guidato verso una pagina web fraudolenta che raccoglie dati personali, oppure gli viene richiesto di inserire il proprio numero di telefono. Da quel momento, i truffatori possono attivare servizi a pagamento non richiesti o effettuare prelievi di credito. Alcune varianti di questa truffa utilizzano WhatsApp come canale di diffusione, sfruttando la popolarità dell’applicazione per raggiungere un numero ancora maggiore di vittime. Le compagnie coinvolte sono le principali presenti in Italia, come TIM, Wind, Vodafone, Tre e Iliad.
Le conseguenze economiche e psicologiche
Le ripercussioni di questo tipo di truffa non si limitano al semplice svuotamento del credito telefonico. Nei casi peggiori, specialmente laddove sia attiva una ricarica automatica collegata al conto bancario, si possono verificare addebiti anche sul proprio conto corrente, con la perdita di somme significative senza possibilità di rimborso immediato. Questo elemento rende la truffa estremamente pericolosa dal punto di vista economico, soprattutto per utenti meno avvezzi alle tecnologie o più vulnerabili come gli anziani.
Oltre al danno economico diretto, queste pratiche generano un profondo senso di sfiducia nei confronti degli strumenti di comunicazione e delle istituzioni, compromettendo la percezione di sicurezza digitale. Molte vittime si sentono colpevolizzate o incapaci di proteggersi, il che può creare disagio e ansia duraturi. La rapidità con cui la propria tranquillità finanziaria può essere compromessa, inoltre, contribuisce ad alimentare un clima di incertezza che favorisce la diffusione di altre forme di truffa online.
Riconoscere e difendersi dalle truffe telefoniche
Fortunatamente, esistono alcuni accorgimenti pratici che consentono di prevenire o ridurre notevolmente il rischio di cadere vittima di queste frodi:
- Non richiamare numeri sconosciuti, soprattutto se composti da prefissi internazionali insoliti e se si è ricevuto solo uno squillo.
- Ignorare SMS sospetti che promettono premi, ricariche o appuntamenti medici inattesi e non cliccare mai su link provenienti da fonti non verificate.
- Controllare regolarmente il proprio credito telefonico e le impostazioni relative a eventuali servizi a pagamento attivi sul proprio numero.
- Segnalare immediatamente eventuali anomalie al proprio operatore telefonico e, se necessario, alle autorità competenti.
- Informarsi tramite fonti ufficiali sulla natura delle chiamate e degli SMS ricevuti. Alcuni operatori rendono disponibili elenchi di numeri pericolosi o sospetti.
Nelle situazioni in cui si è già caduti nella trappola, è opportuno richiedere il blocco dei servizi a pagamento e, se previsto, attivare richieste di rimborso secondo le modalità previste dall’azienda fornitrice. La tempestività nell’agire può fare la differenza per limitare i danni.
In conclusione, la truffa delle chiamate perse e degli SMS fasulli rappresenta una delle principali minacce per la sicurezza personale digitale. Conoscere il funzionamento di questi raggiri, imparare a riconoscerli e adottare comportamenti responsabili costituisce la migliore difesa. Una maggiore consapevolezza collettiva, supportata da campagne di sensibilizzazione e strumenti di cybersecurity, può efficacemente contenere l’estensione di questo fenomeno e proteggere il patrimonio economico e psicologico dei cittadini.