Una delle trappole più diffuse tra chi prepara una presentazione è pensare che ci sia una formula matematica immediata per determinare il numero giusto di slide. Questo errore di valutazione si traduce spesso in presentazioni troppo dense di contenuti visivi o, al contrario, in sequenze così scarne da risultare poco stimolanti per il pubblico. Per una sessione di 15 minuti, la scelta del corretto equilibrio è decisiva: né un eccesso di slide che rischia di saturare l’attenzione, né una scarsità che impoverisce il supporto visivo e la chiarezza dell’esposizione.
Regole internazionali e best practice nella strutturazione delle slide
La regola del 10-20-30, proposta dal celebre esperto di comunicazione Guy Kawasaki e riconosciuta da molti professionisti di settore, è entrata nell’immaginario di chi affronta una platea. Secondo questo modello, dieci slide risultano ideali per venti minuti di esposizione, con caratteri mai sotto i trenta punti. Anche quando la finestra temporale è leggermente inferiore, come nel caso dei 15 minuti, il principio rimane valido: il focus deve rimanere sulla sintesi dei punti più rilevanti, evitando di forzare un rapporto uno a uno tra minuti e diapositive presentazione multimediale.
Per una presentazione di 15 minuti si suggerisce dunque di oscillare tra le 7 e le 10 slide. Questo range permette:
- di sviluppare ogni concetto con sufficiente profondità senza correre o rimanere superficiali
- di mantenere il ritmo senza “scivolare” troppo velocemente da un argomento all’altro
- di riservare spazio a esempi concreti, immagini, visualizzazioni, domande e microinterazioni con la platea
Esporre 7-10 slide in 15 minuti consente di dedicare in media 1,5-2 minuti ad ogni schermata, un tempo perfetto per esporre, approfondire e lasciare sedimentare i concetti chiave. Superare questa quota, ad esempio proponendo 15-20 slide in così poco tempo, significa rischiare di perdere l’attenzione del pubblico o, peggio, di “correre” saltando il necessario approfondimento di ogni punto.
L’errore più comune: pensare che “una slide, un minuto” sia la regola
Uno degli errori più diffusi nelle presentazioni riguarda la cosiddetta regola empirica “una slide, un minuto”. Chi si affida a questa proporzione rischia però di preparare un numero eccessivo di slide che rende la sequenza monotona e affrettata, specialmente nei tempi ridotti. Questa impostazione rigida, inoltre, non tiene conto della variabilità dei contenuti: alcune sezioni richiedono una sola diapositiva, altre possono beneficiare di due o tre schermate di supporto per analisi grafiche o processi complessi presentazione multimediale.
Sessantina di secondi per ogni slide può essere una media indicativa, ma la qualità dell’esposizione vince sulla meccanicità della formula. Non è necessario “riempire il tempo” scorrendo a caso: le slide sono strumenti visivi di sintesi, non raccolte di appunti.
La qualità conta (almeno) quanto la quantità: cosa rende efficace una presentazione
Al di là del semplice conto numerico, la vera efficacia di una sequenza di slide si gioca sulla qualità:
- Chiarezza visiva. Usare caratteri grandi, mai inferiori a 30 punti, evitando muri di testo. Meglio poche parole-chiave e immagini evocative che lunghi paragrafi o tabelle fittissime.
- Struttura narrativa. Ogni slide deve raccontare un passaggio logico, accompagnando l’ascoltatore dall’introduzione fino alle conclusioni, senza salti né ripetizioni.
- Essenzialità. Meglio selezionare pochi concetti forti, valorizzando la parte orale con esempi ed esperienza pratica, piuttosto che collezionare un’infinità di schermate ridondanti.
- Fluidità delle transizioni. Cambiare slide deve essere funzionale al discorso e non provocare disorientamento o stanchezza visiva.
Molti formatori sottolineano un concetto fondamentale: una buona presentazione è quella che si ricorda. Un sovraccarico di diapositive genera solamente noia e dispersione; al contrario, una selezione curata rafforza i messaggi chiave e favorisce la memorizzazione.
Adattare il numero di slide al pubblico e al contesto
Non esiste una regola universale valida per ogni situazione. In ambienti professionali con un pubblico esperto si può osare un ritmo più serrato e una densità informativa maggiore, fermo restando il limite dell’attenzione. In ambito divulgativo o formativo, invece, è preferibile puntare sulla semplicità e la chiarezza, inserendo brevi momenti di riflessione, curiosità e spazi per eventuali domande o interazione.
Considerare sempre:
- Obiettivo della presentazione (informare, convincere, insegnare, ispirare…)
- Complessità dell’argomento (tecnico-specialistico o divulgativo)
- Livello e attese della platea (neofiti, studenti, manager, specialisti…)
- Disponibilità di strumenti interattivi (sistemi di voto, domande dal pubblico, demo dal vivo…)
In sintesi, il numero di slide per un intervento di 15 minuti deve risultare equilibrato: tra le 7 e le 10, ben progettate e adattate al contesto. Mai cedere all’illusione che “più slide” equivalgano a maggior professionalità—la vera differenza la fa il messaggio, la voce e la capacità di coinvolgere chi ascolta.