Musiche, colori sgargianti ed atmosfere magiche ti accompagneranno in un mondo ricco di emozioni, in cui tradizione e modernità si fondono in uno splendido connubio.
L’Oriente ed il suo immenso patrimonio artistico saranno fedelmente rappresentati da numerose danze tipiche, canti tradizionali ed esibizioni di folklore.
Un occasione unica ed imperdibile per entrare in contatto con l’anima del mondo orientale e lasciarsi travolgere dalla sua energia, dalla sua bellezza e dal suo indiscutibile fascino.
NOTA BENE!
Gli spettacoli si ripetono ogni giorno
per tutta la durata del Festival
dalle 10:30 alle 22.00
Il programma definitivo degli spettacoli si troverà affisso ogni giorno nelle vicinanze dei rispettivi palchi all’interno dei padiglioni.
I programmi potrebbero subire delle variazioni per motivi non dipendenti dalla volontà degli organizzatori del festival. L’organizzazione non si assume alcuna responsabilità nel caso di eventuali modifiche o annullamenti nel programma.
Impossibile restare impassibili al suono del Taiko, il celebre tamburo giapponese da guerra, immancabile protagonista del Festival dell’Oriente! Con la sua potenza, il vigore dei suoi musicisti e percussionisti… Il fantastico gruppo Shidara, percussionisti professionisti giapponesi, farà meravigliare e stupire l’intera platea del Festival dell’Oriente con un concerto a cui sarà impossibile non avvicinarsi, un momento molto atteso dalla stragrande maggioranza del pubblico, che verrà pervaso da emozioni indescrivibili! Gli Shidara sono in tour in tutto il Giappone e non solo: sono stati protagonisti in Europa, in America, in Corea, nelle Filippine ed in tantissimi altri paesi. Ed adesso in anteprima mondiale in Italia al Festival dell’Oriente!!!
Torna la suggestiva danza del leone, spettacolo della tradizione cinese, con una grande novità per l’Italia: ben due i leoni che danzano ed eseguono la loro difficile coreografia sospesi sui pali a quasi 2 metri di altezza…
Perchè aspettare la settimana di Capodanno se si può godere dello spettacolo Mochi anche all’interno del Festival dell’Oriente? Una performance che vi farà rimanere letteralmente a bocca aperta vi aspetta! Gli artisti del Mochi sono pronti per creare proprio davanti ai vostri occhi increduli la tipica torta Mochi: una torta “appiccicosa” di riso cotto al vapore giapponese!!! Ne esistono due tipi diversi: quella con fagioli rossi dolci e quella con farina di soia con zucchero, tutte e due gustosissime e dalla preparazione veramente spettacolare!
Gli artisti di Medetaya vi offriranno momenti indimenticabili e… Golosissimi!!! Benvenuti al Festival dell’Oriente… lo spettacolo è servito!
Al Festival dell’Oriente spazio alla musica!!! La banda musicale giapponese “Chindon’ya” è composta da musicisti di strada molto particolari, la loro arte è quella di pubblicizzare negozi ed altri locali, rigorosamente in costume giapponese! Con la loro musica tipica, promuovono anche l’apertura di nuovi negozi, locali ed eventi speciali!
Attualmente, il chindon’ya è raro in Giappone, ma, grazie a questi particolari artisti, al Festival dell’Oriente si potrà assistere e partecipare a questa particolarissima performance unica nel suo genere!
Avete mai assistito ad un’esibizione di pagliacci giapponesi “mistici”? Il Festival dell’Oriente è l’occasione giusta! La base della recitazione degli “Ojarus” proviene sia dalla tradizione antica, sia dal moderno teatro giapponese… Provate a non ridere appena saliranno sul palco con un copricapo così lungo che sarà difficile dimenticare! Il loro spettacolo ha bisogno di molta attenzione… E’ divertente e, soprattutto, molto stravagante! Presentano la giocoleria tradizionale e moderna giapponese, esibendosi in kimono e ballando con l’ombrello ed il ventaglio tradizionali.
La loro particolare commedia “mimata” e la loro magia sono conosciute ed amate in qualsiasi parte del mondo.
Eccellenti rappresentanti della musica e del folklore della Mongolia, il gruppo “Khukh Mongol” propone un vasto repertorio di musica strumentale tradizionale, canti e danze, in particolare il classico Khoomii. Le performance si svolgono con il supporto degli strumenti musicali tipici, come il Morin Khuur (uno degli strumenti più importanti del popolo mongolo, noto anche come violino a testa di cavallo) o il Guzheng (strumento a corde che si suona su un supporto rialzato), ed i musicisti indossano il tradizionale abito di broccato dell’aristocrazia Mongola.
Il Bhangra è una forma di musica e danza che ha origine nella regione del Punjab del Pakistan e dell’India. Il bhangra nasce come una danza ballata dagli agricoltori per festeggiare l’arrivo della primavera, un tempo nota come Vaisakhi. I ballerini utilizzano abiti coloratissimi in un vortice di coreografie ricche di energia, sincronia, colori e divertimento. Nasce come ballo di gruppo principalmente maschile, danzato da agricoltori fieri e soddisfatti.
Grazie al prezioso contributo della “Korean Music Management”, avrete la possibilità di ammirare la coloratissima e suggestiva danza tradizionale Coreana.
Proposta da un gruppo di talentuose danzatrici Coreane ed articolata in varie coreografie, che contribuiranno a rappresentare l’eleganza e la solennità tipica di questi balli. Danze che simboleggiano i fiori, la femminilità, la bellezza, eseguite con i meravigliosi abiti tradizionali e con il supporto di elementi coreografici quali i ventagli o il tamburello Sogo.
In rappresentanza del mondo asiatico e della sua millenaria cultura, sbarca al nostro festival l’artista e giocoliere Senmaru Kagami. La sua arte si ispira a un’antica e sacra tradizione propiziatoria, nata per scacciare gli spiriti maligni e ingraziarsi gli dei nei sacri templi, che consisteva nel destreggiare complesse manipolazioni di oggetti, come il ventaglio e l’ombrello.
L’artista ci rappresenta uno spettacolo tradizionale di giocoleria giapponese, fatto di anelli metallici, sfere scatole e molti altri oggetti fatti girare su un ombrello. Tazze tenute in equilibrio su un lungo palo, che sfidano le regole della fisica e tanti altri numeri di giocoleria con grande abilità, tutto davanti ai vostri occhi increduli.
Preparatevi ad uno spettacolo che vi lascerà letteralmente a bocca aperta! Il mago illusionista Giapponese Keiichi Iwasaki vi proporrà i suoi trucchi strabilianti, accompagnati dalla sua grande carica di carisma e simpatia. Uno show mozzafiato, di grande stupore e divertimento, dedicato a grandi e piccini!
Il gruppo folkloristico Milon Mela proporrà al Festival dell’Oriente vari momenti dedicati alla tradizione folkloristica Indiana: canti, musiche e danze dei Baul del Bengala; la spettacolare Arte Marziale Kalaripayattu;le danze Chha con le magnifiche maschere, le acrobazie ed un ricco repertorio di storie tratte dai Purana, dal Mahabharattha e dal Ramayana; la raffinata danza Gotipua e tanto altro ancora, in un viaggio emozionante nella spettacolare cultura dell’India.
La tradizione del teatro delle marionette sull’acqua sarà presente al Festival per emozionarvi con il suo caratteristico spettacolo. L’esibizione del teatro di marionette di Hanoi è un’antica arte vietnamita che utilizza pupazzi in un ambiente acquatico, accompagnati da musica tradizionale con tamburi, campagne di legno, corna, flauti di bambù e piatti. Lasciatevi travolgere dalla particolarità di questo affascinante spettacolo.
Il face mask changing è un’arte Cinese caratteristica dell’Opera del Sichuan. Agli inizi faceva parte della commedia tradizionale, l’attore per mostrare al pubblico
i vari stati d’animo del personaggio, sostituiva una ad una le maschere del volto con movimenti rapidi, quasi impercettibili. Nel corso degli anni si è evoluto, diventando uno spettacolo a sè molto amato. Per il modo in cui le maschere si succedono l’una all’altra, il face mask changing viene da molti considerato uno spettacolo di magia, di cui e’ vietato svelare il segreto.
Wudang è il luogo dove hanno avuto origine e si sono sviluppate le arti marziali interne; è anche il posto in cui il monaco taoista Zhang San Feng si stabilì per praticare il Taoismo.
Al Festival dell’Oriente avrete la possibilità di assistere alle emozionanti evoluzioni del maestro Xu Ben Li (nome Taoista Xu Shi He), discepolo di 15a generazione di Wudang San Feng Pai. Questo lignaggio risale al XIV sec. d.C. quando il monaco taoista Zhang San Feng creò il Taijiquan.
Il Maestro Xu venne poi scelto per entrare nel “China Wudang Gong Fu Team” promosso dal Governo di Wudang per rappresentare le arti marziali nel mondo. Si è esibito infatti nelle maggiori città cinesi, in Australia e Nuova Zelanda.
L’artista Giapponese Yoshiko Kubota proporrà al Festival dell’Oriente una delle arti creative più caratteristiche della cultura Nipponica: la pittura Suiboku-Ga. Eseguita con inchiostro di china su fogli di carta di riso, questa tipologia di pittura è molto popolare in Giappone, e la maestra ne offrirà un saggio realizzando opere e ritratti per il pubblico.
Arte tradizionale Cinese, combina due delle rappresentazioni tipiche della cultura di questo paese: il Kung Fu e la cerimonia del tè Gongfu Cha. Il maestro Jin Gang Xiaoshi proporrà questa esibizione molto particolare, con l’ausilio della classica teiera dalla bocca lunga ed accompagnando il tutto con la maestria e l’eleganza delle mosse di Kung Fu.
Al Festival dell’Oriente avrete modo di ammirare la cultura ed il folklore Thailandese sia dal punto di vista dell’universo femminile che di quello maschile. La “terra dei sorrisi”, chiamata così per la solarità e la cordialità dei suoi abitanti, verrà infatti rappresentata da un eterogeneo gruppo di danzatrici e danzatori Thai, che vi proporranno performance singole e di gruppo delle danze tradizionali, coloratissime e suggestive.
La musica è uno dei grandi protagonisti della tradizione culturale Cinese, e sarà degnamente rappresentata al Festival dell’Oriente attraverso dei concerti eseguiti con gli strumenti tradizionali di questo paese. Avrete quindi modo di gustarvi l’Erhu, il violino cinese, oppure il Guzheng, un curioso strumento a corde suonato in orizzontale, o ancora il Gong, il cui suono fa parte della tradizione musicale ma viene applicato anche in ottica olistica e di terapia.
Una danza che nasce in India in quella che viene chiamata Bollywood, la fabbrica indiana dei sogni a metà tra Hollywood e Bombay. È un ballo che unisce la danza indiana e tradizionale ad elementi di jazz, hip hop e flamenco. Si uniscono tecnica, sentimento e narrazione: chi danza esprime i propri stati d’animo e mima una storia con l’aiuto del linguaggio simbolico e gestuale delle mani; movenze orientali e passi moderni, che sfociano in un’allegra e colorata coreografia.
Nella Bollywood dance tutti i muscoli del corpo vengono sollecitati, motivo per cui è considerata una forma di manifestazione delle emozioni. Sono richieste inoltre resistenza fisica, grazia e scioltezza, senso del ritmo.
L’allegria e la giovialità tipica del folklore della Mongolia verranno efficacemente rappresentati al Festival dell’Oriente attraverso la musica e la danza di questo paese. Potrete infatti ammirare i balli tradizionali Mongoli, che verranno eseguiti in accompagnamento del gruppo Khukh Mongols: uno show straordinario dunque, che combinerà la musica dal vivo eseguita con sapienza e maestria dai cantanti e musicisti del gruppo con le energiche e coinvolgenti movenze tipiche della danza tradizionale Mongola.
Campione mondiale di Tai Chi cinese, al Festival dell’Oriente il maestro Xu Bao Long vi regalerà una serie di performance per far conoscere questa particolare tecnica di “meditazione in movimento” a tutto il pubblico, con la possibilità di avvicinarsi in prima persona a questa forma di arte marziale.
Quotidianità ed arte si incontrano attraverso la tecnica Cinese della Calligrafia. Essa rappresenta non soltanto un aspetto fondamentale della comunicazione e della vita di tutti i giorni in Cina, ma anche un vero e proprio simbolo di cultura riconosciuto dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’Umanità. Avrete modo di ammirare all’opera il maestro Liu Li, che vi offrirà un saggio di quest’arte realizzando di fronte ai vostri occhi una composizione di Calligrafia Cinese.
Dalla tradizione religiosa, spirituale più profonda dello Sri Lanka arriva questa complessa ed incantevole danza, con molte forme di movimenti del corpo, costumi colorati, maschere rifinite e antichissime e diversi tipi di tamburi che producono una grande varietà di ritmi vengono utilizzati per le esibizioni. I Pradeep Shastra hanno iniziato il loro percorso 12 anni fa e fanno spettacoli in giro per l’Italia e per l’Europa da più di 10 anni, esibendosi in una magnifica e tradizionale danza che vanta 2500 anni di storia!
La popolazione Uyghur è una piccola minoranza etnica turco-cinese localizzata nel Nord-Ovest della Cina, appartenente ai 56 gruppi etnici Cinesi. Si tratta di un piccolo popolo con una grande tradizione folkloristica e culturale, che verrà proposta al Festival dell’Oriente tramite affascinanti spettacoli e danze eseguite con accessori tipici e sgargianti ed abiti ricchi di ricami e decorazioni. Una di queste è la Danza delle Ciotole, tipico ballo tradizionale di questo popolo, che viene eseguito dai danzatori tenendo sulla testa una serie di ciotole in ceramica in equilibrio una sull’altra. Grazie alla maestria e al talento della danzatrice Nezahet Yasin, potrete stupirvi e di fronte a questo spettacolo unico.
La tecnica della danza Kuchipudi è vivace e scintillante, contraddistinta da una notevole fluidità nel movimento del busto e delle braccia, in contrasto con rapidi e secchi movimenti dei piedi. È considerata una danza classica. “Kuchipudi” o “Kuchelapuram” è anche il nome dell’omonimo villaggio sito nel distretto di Krishna che si affaccia sul Golfo del Bengala, dove, da generazioni, i detentori di questa forma d’arte vivono assieme alle loro famiglie.
Il teatro d’ombra è una antica forma di spettacolo popolare, realizzato proiettando figure articolate su uno schermo opaco, semitrasparente, illuminato posteriormente per creare l’illusione di immagini in movimento.,Il teatro cinese ha origini antichissime. Fino,all’introduzione in Cina dei generi teatrali occidentali, alla fine del XIX secolo, il teatro cinese ha in gran parte coinciso con la cosiddetta opera cinese, che si è sviluppata in una miriade di generi diffusi nelle varie province della Cina.
Jin ed Aurora vi intratterranno con il loro bellissimi spettacoli che si svolgeranno tutti i giorni.
Vestito tradizionale giapponese finemente tessuto in seta, rappresenta uno dei maggiori simboli della cultura tradizionale giapponese.
L’arte della vestizione del kimono cela dietro sé un complesso rituale tramandato fedelmente nel corso degli anni.
Per la maggior parte delle donne infatti è impossibile indossare un kimono senza aiuto, dato che il tipico completo da donna consiste di almeno dodici parti separate, da indossare, unire e fissare secondo regole precise. Ancora oggi esistono assistenti professionali che aiutano le donne ad indossare i kimono.
Il Cha no yu (“acqua calda per il tè”), conosciuto cialis cheap in Occidente anche come Cerimonia del tè, è un rito sociale e spirituale praticato in Giappone, indicato anche come Chado o Sado (“Via del tè”). È una delle arti tradizionali zen più note. «Il cuore della Cerimonia del tè consiste nel preparare una deliziosa tazza di tè; disporre il carbone in modo che riscaldi l’acqua; sistemare i fiori come fossero nel giardino; in estate, proporre il freddo; in inverno, il caldo; fare tutto prima del tempo; preparare per la pioggia e dare a coloro con cui ti trovi ogni considerazione » L’importanza della cerimonia è lo spirito di accoglienza, cioè il rispetto per gli ospiti e per la natura.
Rappresenta l’aspetto più tradizionale e classico della musica giapponese. Verranno eseguite canzoni legate all’Oriente, ma anche canzoni tradizionali giapponesi. Queste’ultime erano la musica anticamente eseguita alla corte imperiale o nei più importanti templi buddhisti.
La musica giapponese è fortemente legata poi al teatro e si concentrava molto più sui canti e sui testi delle canzoni che sulla musica in sé. Gli strumenti classici di accompagnamento più famosi sono: il Koto, strumento musicale a corda usato all’inizio solo nella corte imperiale si diffuse poi fra il popolo; lo Shamisen, uno strumento a tre corde molto simile al liuto, utilizzato come accompagnamento nelle rappresentazioni del teatro Kabuki e nelle ballate popolari.
Lo strepitoso duo di Francesca e Federico Negma Orlando vi farà ballare al ritmo delle danze legate al mondo di Bollywood! Direttori artistici dell’Accademia Arti Etniche “Negma e le Stelle d’Oriente”, Federico e Francesca Negma Orlando sono danzatori professionisti, coppia artistica di Bollywood, ma anche nella vita in quanto fratello e sorella! Portano in scena la travolgente energia del cinema indiano attraverso la loro danza e il loro stile eclettico, teatrale, dove non mancano complicità e le romantiche atmosfere tipiche di Bollywood, ricreando un vero e proprio viaggio artistico coreografico fra le danze indiane di tradizione, folklore fino alle più moderne contaminazioni come oggi di moda nei set di Mumbai. Uno spettacolo di divertimento puro che coinvolgerà tutto il pubblico del Festival dell’Oriente!
Concerto di sutra appartenenti alla tradizione del Buddhismo Zen Soto. I sutra saranno recitati da monaci zen del “Bodai Dojo” di Alba, abbigliati con abiti tradizionali dell’ordine monastico della scuola zen soto. I Sutra sono dei testi che riproducono i discorsi del Buddha o di antichi Maestri.Nello zen soto i sutra recitatati dopo la meditazione sono l’espressione della propria pratica, è sia comprensione intellettuale che vibrazione energetica. La loro recitazione, è soprattutto, come lo zazen, essere Uno insieme agli altri abbandonando il proprio ego ed ogni individualità.
La sacralità espressiva.
Con la partecipazione dell’istituto nazionale Hare Khrisna “Iskon” di Firenze, in rassegna le danze ed i canti spirituali del popolo indiano.
Il più antico e rappresentativo cerimoniale Tibetano.
I Mandala sono magici specchi del momento presente del nostro cammino, donano forma e colore alla nostra maestosa danza interiore, infinita come l’eternità. In occasione del Festival, sotto l’egida dell’associazione Tibet Culture House Italia del suo Presidente Tam Ding Choepel, Alcuni Monaci del Monastero Samten Choeling di Varanasi costruiranno un meraviglioso mandala con sabbie colorate. Per completare il Mandala occorreranno ai monaci un paio di giorni. L’ultimo giorno della manifestazione i visitatori del Festival assisteranno alla sua distruzione come da cerimoniale Tibetano e alla consegna della sabbia sacra del Mandala.
Ampio spazio all’interno del Festival dell’Oriente alla cultura, al folklore ed all’arte Giapponese, non soltanto tramite danze e cerimonie tradizionali, ma anche attraverso la magia della musica tipica del paese del Sol Levante.
Concerti di strumenti tradizionali, come il classico Koto (strumento cordofono appartenente alla famiglia della Cetra), e la musica lirica tradizionale Giapponese allieteranno i visitatori, trasportandoli in una dimensione incantata.
Thamaak, primo sciamano di cultura Italiana, crea happening attraverso il potente canto ed il suono dei tamburi, creando stati di coscienza tali da indurre alla guarigione energetica liberando pesi interiori, esaltando la gioia creando un benessere diffuso in tutto il corpo.
Thamaak è lo sciamano del suono, che emana una grande onda d’energia che pervade le cellule del corpo e le illumina di nuova energia vitale. Thamaak è l’equilibrato connubio tra Arte, fantasia e creatività, nella sua vita ha cercato di sperimentare e rendere consapevole ogni azione emotiva, cosi da comprendere l’essenza dell’uomo.
L’incontro con le vibrazioni dei Suoni di Seba, consiste in un reale bagno caldo e armonioso di suoni. Può essere considerato una terapia ottimale per il raggiungimento del benessere psicofisico…Gong, Tam armonici, Sebadrum, incontri sonoro-vibrazionali collettivi dove è possibile sperimentare le vibrazioni di questi meravigliosi strumenti. Si crea quindi uno stato di armonia perfetta tra corpo, mente ed emozioni che si può definire “stadio di sogno lucido”…cioè un profondo rilassamento dove si perde il senso del tempo e dello spazio e si crea una nuova dimensione di noi stessi…che possiamo esplorare e scoprire attraverso il suono.
Sensualità e raffinatezza, eleganza e seduzione si fondono in un incontro tra Oriente ed Occidente con lo stile del Tango Orientale.
Connubio tra la danza mediorientale ed il classico tango argentino, questo stile verrà proposto dalla splendida Jamilah, straordinaria danzatrice che vi ammalierà con le sue sinuose movenze eseguite su ritmi caldi e coinvolgenti.
Egitto, Tunisia, Libia, Armenia, Turchia, Libano e tantissimi altri affascinanti paesi: al Festival dell’Oriente non mancherà un omaggio al mondo Mediorientale, carico di sensualità, seduzione e magia. Sul palco si alterneranno le danze più rappresentative di queste splendide terre, eseguite con gli abiti e gli accessori tradizionali. Dalla Ghawazee alla Dabke, dal Saidi al Raqs al Sayf e tantissimi altri stili, rappresentati in tutta la loro tipicità e bellezza.
La Tribal Fusion è una tipologia di danza relativamente nuova, nata dall’unione tra le danze arabe tradizionali e la danza del ventre con i ritmi etnici di Africa e Sudamerica, per dare vita ad uno stile unico e molto particolare.
E’ una danza etnica a 360 gradi, un’evoluzione della classica danza del ventre arricchita di elementi coreografici e movenze tribali, che attribuiscono ad uno stile di danza originariamente sinuoso e delicato una componente energetica e tribale assolutamente entusiasmante.
Emblema per antonomasia della femminilità, della grazia e della sensualità, non può mancare al Festival dell’Oriente il giusto spazio dedicato all’affascinante arte della Danza del Ventre (o Belly Dance). Movenze sinuose ed eleganti, scandite da ritmi conturbanti e coinvolgenti, eseguite da splendide maestre di quest’arte meravigliosa, che
vi lasceranno senza fiato e vi trasporteranno magicamente nell’atmosfera incantata delle sensuali Notti d’Oriente.
Il cuore della Cerimonia del tè consiste nel preparare una deliziosa tazza di tè; disporre il carbone in modo che riscaldi l’acqua; sistemare i fiori come fossero nel giardino; in estate, proporre il freddo; in inverno, il caldo…
Vestito tradizionale giapponese finemente tessuto in seta, rappresenta uno dei maggiori simboli della cultura tradizionale giapponese.
L’arte della vestizione del kimono cela dietro sé un complesso rituale tramandato fedelmente nel corso degli anni.
Ikebana è l’arte giapponese della disposizione dei fiori recisi, anticamente conosciuta come Kado.
L’Ikebana è un’arte molto antica, ha le sue origini in Oriente (India, Cina) ma solo nel complesso artistico e religioso del Giappone ha trovato il terreno fertile per il suo sviluppo.
L’antica arte Bonsai (dal giapponese “albero coltivato in vaso”), così come quella del Suiseki (“pietra lavorata dall’acqua”), ha avuto origine in Cina diffondendosi successivamente in Giappone. I giapponesi nel corso dei secoli ne hanno sviluppato l’aspetto estetico-filosofico, cercando così di dare ai propri piccoli alberi (o alle pietre, nel caso dei Suiseki) lo stesso potere evocativo-emozionale che si può percepire venendo a contatto con la natura, gli alberi e le montagne.
L’origami è una tecnica,un gioco,un arte e tutte queste cose insieme. Può piegare la carta un bambino per divertirsi, così come può farlo un matematico per studiare la geometria oppure un architetto per costruire un modello oppure un artista per creare una forma astratta.
Durante le tre giornate del Festival sarà allestita un’area dedicata “AssoTè”, dove sarà possibile assistere alla Cerimonia del Tè di Epoca Tang (618–907) – la prima e più antica cerimonia del tè documentata – e quella di Epoca Song (960–1279) – da cui è derivata e si è poi sviluppata l’intera cerimonia del tè in Giappone verso il XV secolo.
Sarà inoltre possibile degustare pregiati Tè di nostra esclusiva importazione, preparati e serviti ad arte dalle nostre Maestre di Tè, la Maestra Zhao Xin, la Maestra Hu Hui Ning e la Maestra Pan Juan.
Il termine giapponese significa “inchiostro nero” (sumi) e “pittura” (E) ed indica una delle forme d’arte in cui i soggetti sono dipinti con l’inchiostro nero in gradazioni variabili dal nero puro a tutte le sfumature che si possono ottenere diluendolo con l’acqua. Questo però non vuol dire che ogni cosa dipinta così possa meritare il nome di “sumi-e”. Il vero “sumi-e”deve rispondere a determinate caratteristiche tipiche, come ad esempio la sobrietà e la spontaneità che vanno direttamente alla sensibilità dello spettatore.
Mandala (dal sanscrito manda, letteralmente: «essenza» (manda) + «possedere» o «contenere» (la). Il Mandala rappresenta, secondo i buddhisti, il processo mediante il quale il cosmo si è formato dal suo centro; attraverso un articolato simbolismo consente una sorta di viaggio iniziatico che permette di crescere interiormente.
Shodo (letteralmente arte della scrittura) è l’arte giapponese della calligrafia. Derivato dalla corrispondente arte cinese (shufa) lo shodo ha influenzato altre forme d’arte giapponesi…
Yuzen è l’arte della pittura su stoffa, il cui nome deriva da Yuzensai Miyazaki un famoso pittore di ventagli che si dice le abbia inventate nel XVII secolo.
Le origini della lingua tibetana scritta risalgono al periodo della prima introduzione del buddismo in Tibet. Secondo la tradizione, nella prima metà del settimo secolo dopo Cristo.
Musiche, colori sgargianti ed atmosfere magiche accompagneranno il pubblico in un mondo ricco di emozioni, in cui tradizione e modernità si fondono in uno splendido connubio.
L’Oriente ed il suo immenso patrimonio artistico saranno fedelmente rappresentati da numerose danze tipiche, canti tradizionali ed esibizioni di folklore.
Un occasione unica ed imperdibile per entrare in contatto con l’anima del mondo orientale e lasciarsi travolgere dalla sua energia, dalla sua bellezza e dal suo indiscutibile fascino.
La danza del leone è una tradizione tipica cinese legata al Kung Fu e alle abilità dei suoi danzatori, acquisite però dopo un periodo di duro allenamento.
La coreografia prevede che il leone conquisti una pianta magica, dopo aver superato una serie di prove rappresentate da nemici e ostacoli fisici da oltrepassare. Il leone esprimerà quindi la paura e l’esitazione di fronte al pericolo, la risoluzione ed il coraggio nel lanciarsi nell’impresa, l’abilità nel superare gli ostacoli e l’esultanza per la conquista. Da sempre cuore dei festeggiamenti del Capodanno, oggi viene rappresentata ovunque si desideri invocare la buona fortuna, che si tratti di una nascita, di un matrimonio o di una nuova iniziativa commerciale.
La danza indonesiana riflette le diversità culturali ed etniche in Indonesia, nel paese ci sono infatti più di 700 gruppi etnici e ogni gruppo ha la sua propria danza.
Unica e straordinaria, la danza indonesiana conquista per il ritmo ipnotico della musica e per le movenze dei danzatori tradizionali. Ogni ballerino si muove in modo indipendente, ma ogni singolo movimento del polso, della mano, del dito e le espressioni del volto sono importanti.
La musica è generalmente eseguita dai gamelan (musicisti tradizionali) con improvvisi cambi di tempo e passaggi a effetto tra il silenzio e il rumore assordante.
La Thailandia paese del sorriso e della gentilezza, è grazia anche nella danza. I movimenti delicati di questa danza sono impreziositi dai tradizionali costumi ricamati. Le movenze sono ipnotiche ed elaborate, accompagnate da suoni di strumenti orientali.
Al Nord si caratterizza per i movimenti eleganti e aggraziati, mentre al sud e all’est sono più vivaci e movimentati. I balletti hanno sempre una trama che narra vicende dove il bene alla fine vince sulla cupa potenza del male.
La musica giapponese è fortemente legata al teatro e si concentra molto più sui canti e sui testi delle canzoni che sulla musica in sé. La danza è accompagnata dal suono di strumenti come il Koto, strumento musicale a corda usato inizialmente solo nella corte imperiale si diffuse tra il popolo e lo shamisen, strumento a tre corde, utilizzato come accompagnamento nelle rappresentazioni del teatro Kabuki e nelle ballate popolari.
La danza è composta da movenze contenute e semplici ed è accompagnata e dai canti tradizionali giapponesi, narranti episodi legati alla vita quotidiana.
Una danza che nasce in India in quella che viene chiamata Bollywood, la fabbrica indiana dei sogni a metà tra Hollywood e Bombay. È un ballo che unisce la danza indiana e tradizionale ad elementi di jazz, hip hop e flamenco. Si uniscono tecnica, sentimento e narrazione: chi danza esprime i propri stati d’animo e mima una storia con l’aiuto del linguaggio simbolico e gestuale delle mani; movenze orientali e passi moderni, che sfociano in un’allegra e colorata coreografia.
Nella Bollywood dance tutti i muscoli del corpo vengono sollecitati, motivo per cui è considerata una forma di manifestazione delle emozioni. Sono richieste inoltre resistenza fisica, grazia e scioltezza, senso del ritmo.
Nata come parte integrante dei rituali dei templi del Tamil Nadu e giunta fino a noi come arte tradizionale, il Bharata Natyam utilizza il corpo come veicolo sacro per comunicare ed esprimere la perfezione e la bellezza del divino. Attraverso l’uso consapevole dei gesti delle mani, di passi e posture, questo Essendo espressione dell’anima, la danza indiana permette il verificarsi dei processi di crescita e liberazione, caratteristiche similarmente presenti nello Yoga e nelle varie discipline olistiche.